Giuro che domani mi incazzo

Sono in piena sessione estiva, ma ieri decisi che stamattina mi sarei svegliata tardi. Avevo bisogno di recuperare un po’.

E invece così non fu. Alle 8 e mezzo sono stata svegliata da un signore che gridava “questa è anche casa mia, lavoro qui da due anni” con un evidente accento straniero.

Bestemmiando in bosniaco mi alzo e vado alla finestra. Un gruppo di 3-4 persone (nordafricani, tunisini o marocchini non so) stava lavando i vetri di un negozio e un bianco (leghista o scemo o amico di Grillo, non so, tanto è uguale) grassoccio, con una maglia a righe che gli deformava ulteriormente la palla che aveva al posto dello stomaco, inveiva contro questo gruppo.

A quanto ho capito il grassoccio (stupido, ungherese o francese, tanto è uguale) s’incazzò perché lo avevano bagnato mentre passava accanto a loro.

Mi sarei incazzata potentemente anch’io, soprattutto per la maglia a righe sporca di acqua sporca. Avrei inveito anch’io, in perfetto stile principesco. Solo che non capisco perché, invece di mandarli a fare un giro in posti che hanno lo stesso nome di una parte posteriore del corpo umano, diceva cose tipo “immigrato di merda” “io pago le tasse per te” “ci state rovinando”.

Se fossi stata sicura di non beccare altri passanti una secchiata di acqua gliel’avrei buttata, così, per lavargli la maglia a righe sporca.

Io non ho una soluzione a questa situazione, non so cosa sia meglio, al momento non ho neanche un’opinione. Mea culpa. E invece così non fu. Alle 8 e mezzo sono stata svegliata da un signore che gridava “questa è anche casa mia, lavoro qui da due anni” con un evidente accento straniero.  Valutiamo insieme le offerte che offrono i gran capi di ‘sta cipolla.

Migranti-ventimiglia

Premessa, sappiate che avete abbondantemente rotto con ‘sta storia dell’immigrazione come origine di tutti i mali, manco fosse la vagina del quadro di Courbet da cui fuoriescono scabbia, disoccupazione, delinquenza e fame.

L’Ungheria alza muri come la Berlino di non molti anni fa; la Francia se ne fotte altamente di Schengen e chiede di dividere il bestiame africano, turco, arabo, in bestie di serie A e bestie di serie B, con la mamma Europa che non la sgrida; a Ventimiglia i cani sono trattati meglio degli uomini. Gli slogan di “aiutiamoli a casa loro” non stanno in piedi, giacché “casa loro” non esiste più. Facile pensare di fare un accordo con paesi che non hanno neanche più la parvenza di uno stato, con la Siria, per esempio.

Tuuuu…tuuuu..(la Siria non risponde) MESSAGGIO DI SEGRETERIA: “Ciao Siria, sono Italia. So che in questo momento sei un po’ incasinata, ma potrei darti una mano con i tuoi figli, non so esattamente come e quando, però tu non preoccuparti intanto te la butto lì, ho anche pensato a un piano B, ma ancora questo è una cosa segreta. Anche se sei dilaniata dalle guerre e dalla disperazione, stammi a sentire, qui i miei figli si lamentano che in Sicilia trovano i pesci contaminati dai tuoi figli, sai i cadaveri che sono rimasti nel mediterraneo? Ecco bene, su che ci vuole. Fai la brava, sempre in gamba”

Vi ha fatto sorridere? Bravi. Sorridete, perché è l’unica cosa che potete fare davanti alla stupidità politica (per non dire umana) di chi oltre alle ruspe che dovrebbe infilarsi su per il verde setto nasale, ha la geniale idea di bloccare tutto. Vediamo insieme un’altra soluzione. Chiedere le barriere.

Quindi io, così fortunato per essere nato in Sudan, voglio scappare dal mio paese, dalla mia casa, così, tanto perché voglio vedere il Bel Paese. Mi faccio il culo per trovare posto su un barcone di quelli extralusso, omologato per dieci, ma noi siamo per i festini ci mettiamo in 350, mi faccio un viaggio in prima classe, tutta la notte coca e mignotte, arrivo in Italia e mi fanno alloggiare in albergo, tutto compreso eh, in Trentino, con le palme, le terme e le hawaiane che ti ballano davanti, una cosa pazzesca. Tanto pagano gli amici italiani e visto che sono fessi mi faccio anche le manifestazioni in perfetto stile punkkabestia figlio di papà, che fa trendy, per chiedere 1500 euro al mese, e ciao italiani, da oggi comando io, con la Boldrini che mi lustra le scarpe. Però ‘sti italiani di merda dicono che non possono farmi fare il Briatore del Sudan e mi chiudono la porta in faccia. Così i vetri la mattina alle 8 e mezzo se li lavano loro. St’infami.

Vi ha fatto sorridere? Bravi. Sorridete, perché è l’unica cosa che potete fare quando vi rifilano l’abominevole minchiata sui costi dell’immigrazione, come se la vita di un uomo avesse un prezzo. Vogliamo vedere un’altra soluzione?  No, per ora mi fermo qui. Mi faccio un giro a Ventimiglia, insieme a Generation Identitaire gridando “tornatevene a casa vostra, immigrati di merda” tanto perché non ho una minchia da fare.

Anche stanotte ho dormito 6 ore. Se domani mattina un qualche attempato si permette a svegliarmi alle 8, dopo sei ore di sonno, non gli butto una secchiata d’acqua, lo porto a fare il revisionante di tweet di Grillo e lo costringo a farlo mentre ascolta Salvini che dice in ungherese “Ruspa” in loop. Che sia magrebino, di Bolzano, di Kiev, di Londra, dello stato Vaticano, del Sudan, siriano o vattelappesca giuro che domani m’incazzo.

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