La Fifa nel pallone

Il 27 maggio scorso la polizia svizzera, su richiesta dei pubblici ministeri americani, è piombata in un hotel di Zurigo e ha arrestato sette funzionari della FIFA (federazione internazionale del calcio), fra cui due vice-presidenti. Sulle loro teste pendono ben quattordici capi d’accusa, i più gravi sono estorsione, frode telematica e tangenti per oltre 150 milioni di dollari. La giurisdizione extraterritoriale americana è spesso eccessiva nel suo zelo e prepotente nei suoi metodi, ma in questo caso merita la gratitudine degli appassionati di calcio in tutto il mondo. Le prove della corruzione sistemica nella FIFA si sono accumulate per anni, ma i dubbi più forti sono venuti a galla nel 2010 con l’assegnazione della Coppa del Mondo del 2022 al piccolo stato arabo del Qatar, nonostante il forte parere contrario del comitato tecnico della stessa FIFA.

Grazie ad alcuni informatori e al lavoro di indagine del Sunday Times, nel 2014 fu portata alla luce una storia torbida che coinvolgeva un funzionario del Qatar, Mohamed bin Hammam, il quale avrebbe corrotto pezzi grossi del calcio africano con fondi neri per oltre 5 milioni di dollari. Ma l’indagine americana risale a molto tempo prima. In un atto d’accusa non sigillato, il sistema corruttivo perpetrato dai vari funzionari, soprattutto del Centro-America, avrebbe avuto inizio quasi un quarto di secolo fa. Alcune delle accuse riguardano anche il crollo nel 2001 della società ISL, un’agenzia di marketing affiliata alla FIFA; i responsabili marketing avrebbero pagato oltre 200 milioni di dollari in tangenti per ottenere diritti televisivi e di marketing per vari tornei di calcio.

Le azioni americane dovrebbero incoraggiare altri paesi a sondare all’interno degli “affari” della FIFA più assiduamente; la speranza è che si faccia, finalmente, chiarezza e pulizia al suo interno; una federazione che ha ben poco da invidiare, in quanto a chiusura verso l’esterno e poca limpidità nelle operazioni, alle organizzazioni mafiose più complesse e ai sistemi totalitari del novecento.

President of  FIFA, Joseph Blatter, attendsthe press conference following the meeting of the FIFA executive comittee in Zurich, on March 21, 2013.  AFP PHOTO / SEBASTIEN BOZON        (Photo credit should read SEBASTIEN BOZON/AFP/Getty Images)

Sepp Blatter è stato il padre padrone dell’organizzazione, ininterrottamente al vertice della FIFA dal 1998. Rieletto nuovamente presidente qualche giorno fa, in concomitanza con l’ondata di arresti, si è dimesso inaspettatamente, dopo le recenti rivelazioni (questa volta da parte del New York Times) di ulteriori tangenti pagate dal segretario generale della FIFA nonché suo braccio destro, Jerome Valke. Blatter è stato sfiorato più volte dai vari scandali, ma è sempre rimasto indenne e ha aumentato ancor di più, nei vari anni, la propria leadership e supremazia. Gli fu anche affibbiato da varie testate giornalistiche il titolo di “Dittatore non omicida di maggior successo dell’ultimo secolo”. Dopo le sue dimissioni, ora, tutti attendono le tanto attese riforme, ma è presumibile che poco o nulla verrà modificato, visto che si sono sempre fatti proclami e mai si è intervenuto profondamente per rendere il tutto più trasparente.

Tutto dipenderà dalle prossime elezioni presidenziali. Se dovesse vincere qualcuno che ha appoggiato l’ultima presidenza, uno strappo netto potrebbe arrivare dalla UEFA (la federazione europea del calcio), che alle recenti elezioni per la presidenza FIFA si è schierata contro Blatter e ha lasciato intendere che, nel caso in cui la federazione internazionale non riesca a dotarsi di regole più severe e chiare, potrebbe anche staccarsi e andare avanti con le proprie gambe. Lasciando il mondo del pallone senza le squadre europee, e quindi una fetta importante (soprattutto in termini di introiti) per la FIFA stessa. Alcuni analisti hanno osservato che i più grandi sponsor (del calibro di Adidas, Coca-Cola, Visa e Hyundai) si stanno rendendo conto che se la FIFA non dovesse espellere le mele marce e fare passi avanti in eticità e trasparenza, potrebbe danneggiare i loro marchi. Essi quindi potrebbero organizzarsi e colpire la federazione lì dove fa più male, ovvero nel suo portafoglio gonfio.

Fino ad ora il puzzo della FIFA ha spinto le persone a turarsi il naso, questo però è troppo poco. Gli sport, qualsiasi essi siano, dal tiro alla fune al basket, dal curling al calcio, spesso appassionano, uniscono, rendono partecipi, divertono, accomunano miliardi di persone; atleti e spettatori sono il cuore pulsante delle varie discipline sportive. Chi lucra con ingordigia sulle loro teste, prima o poi, romperà il giocattolo e troverà un conto salatissimo da dover pagare.

Angelo Veneziano

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