La Spagna imbavagliata

In Spagna il conto alla rovescia è scaduto. Nonostante le dure proteste dell’opinione pubblica e di vari organismi internazionali, dall’1 Luglio è entrata in vigore la nuova legge sulla sicurezza pubblica.

La nuova legge, soprannominata “Ley Mordaza” (Legge Bavaglio), è passata in Parlamento coi soli voti del Partido popular, che ha la maggioranza assoluta, e il no di tutte le opposizioni che l’hanno definita liberticida e antidemocratica, accusando il governo di Mariano Rajoy di voler mettere a tacere ogni forma di contestazione.

I contenuti più importanti di questa legge prevedono sanzioni da 30mila euro per tutti i cittadini che partecipano a manifestazioni non autorizzate. La multa sale a 600mila euro se la protesta si svolge fuori degli edifici governativi. Sarà vietato salire sopra edifici o monumenti per protesta senza autorizzazione, o nel caso in cui esista un rischio certo di provocare danni a persone o cose. Sarà sanzionata con restrizioni più dure anche la disobbedienza o la resistenza alle autorità o agli agenti di polizia. Le interruzioni o il disturbo di atti pubblici, come comizi, manifestazioni sportive o religiose, saranno sanzionate con multe tra 600 e 30mila euro. La stessa ammenda sarà inflitta a chi rifiuterà di essere identificato dalla polizia.

Altre disposizioni della legge riguardano la sfera pubblica e privata del cittadino. Chi verrà sorpreso a bere alcolici per strada sarà punito con una multa fino a 600 euro. Se si tratta di un minorenne, la multa sarà computata ai genitori. Sarà pure vietato fare appelli alle manifestazioni di piazza su Twitter, Facebook e Instagram. Chi è sorpreso a fumare marijuana in locali o trasporti pubblici sarà punito con multe tra 600 e 30mila euro. Il documento d’identità deve essere ben custodito dal proprietario. Sono punite le persone che vengono fermate dalla polizia senza documento d’identità oppure non presentano denuncia se lo perdono o gli viene rubato.images

Chiunque registri o diffonda immagini della polizia sarà punito con una multa di 33mila euro. Ai giornalisti sarà concesso farlo, ma solo a scopo informativo. Le persone sorprese ad abbandonare per strada mobili, automobili, contenitori o altri oggetti saranno punite. Anche coloro che cercheranno di impedire uno sfratto saranno punite con multe tra 600 e 30mila euro[1].

Le associazioni dei giornalisti hanno espresso tutta la loro preoccupazione pei il sì definitivo alla legge. La Federazione dei sindacati giornalistici spagnoli (Fesp; nella penisola non esiste un sindacato nazionale né un ordine professionale) ha condotto una mobilitazione contro il testo che continua dopo la sua approvazione. L’International Federation of Journalists (Ifj) ha raccolto l’allarme della sezione spagnola e ha ufficialmente condannato il testo.

Anche a livello internazionale non sono mancate dure critiche al disegno di legge. Secondo ONG come Amnesty international, Save the children e Caritas, questa legge limiterebbe i diritti fondamentali dei cittadini e le libertà di dissenso e di espressione[2]. Secondo l’opinione del New York Times, questa nuova norma ricorda la legge d’ordine pubblico del 1959, imposta dal regime franchista, da cui sembra riprendere alcuni aspetti come la delega sanzionatoria al Ministero degli interni e il carattere intimidatorio-repressivo che sembra ispirarla [3].

Oltre l’opposizione interna al paese e una buona parte dell’opinione pubblica internazionale, anche l’ONU si è mobilitato ha manifestare una seria preoccupazione per l’approvazione del provvedimento. L’avvertimento è stato lanciato da 5 membri relatori dell’istituto delle procedure speciali, il più grande corpo di esperti in diritti umani che ha il compito di monitorare casi specifici e di intervenire in specifiche questioni globali. Maina Kiai, il relatore finale del gruppo, ha detto:

Ci aspettiamo che la Spagna adotti tutte le misure necessarie per garantire, nella legislazione nazionale, l’esercizio dei diritti fondamentali e delle libertà pubbliche in conformità con le misure standard internazionali. Il diritto di manifestare pacificamente e di esprimere un parere sono fondamentali per l’esistenza di una società libera e democratica”[4].

Molti sostengono con preoccupazione che le misure approvate possano rappresentare una risposta da parte del governo alle numerose manifestazioni di proteste che si sono succedute negli ultimi anni Spagna. L’Ascesa elettorale di Podemos rende ancora più nitido il ricordo di quattro anni fa, quando milioni di cittadini indignati hanno invaso le piazze spagnole, durante le proteste del 15 Maggio: la richiesta di una maggiore partecipazione democratica aveva assunto un andamento condiviso in tutto il paese. Il governo conservatore attuale sembra arrancare in questi ultimi mesi della sua legislatura in una situazione di grave disagio. La sua popolarità è ai minimi termini a causa della diffusissima corruzione, della durezza dei tagli dovuti all’austerità e degli enormi tassi di disoccupazione e precarietà. Più di un terzo degli spagnoli oggi vive sotto la soglia di povertà.

Per tanti l’obiettivo principale di Rajoy è quello di evitare a tutti i costi nuove manifestazioni che lo metterebbero ancora più in difficoltà. Il fantasma della Grecia inizia ad agitare le notti di coloro che hanno governato il paese negli ultimi 20 anni. Podemos durante le ultime elezioni amministrative ha strappato al Ppe alcune delle più importanti città della Spagna, dando ragione ai tanti che iniziano a considerare la sua avanzata come una minaccia molto seria per il sistema bipartitico spagnolo, incapace negli ultimi anni di riuscire a far fronte alla forte crisi economica e all’aumento delle diseguaglianze sociali.

Domenico Epaminonda

 

Fonti:

[1] http://elpais.com/tag/ley_seguridad_ciudadana/a/

[2] https://www.es.amnesty.org/actua/acciones/espana-ley-seguridad-ciudadana-oct14/

[3] http://www.nytimes.com/2015/04/23/opinion/spains-ominous-gag-law.html?_r=1

[4] http://www.huffingtonpost.es/2015/02/23/onu-ley-mordaza-codigo-penal_n_6736032.html

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